L'acquisizione dell'imperfetto da parte di discenti aventi come lingua madre il serbocroato. Problemi aspettuali e temporali

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Verbo italiano: studi diacronici, sincronici, contrastivi, didattici: atti …, 2003torrossa.com
0. In base alle esperienze accumulate in diversi anni di insegnamento universitario, ci risulta
che per i parlanti di serbocroato (SC) l'apprendimento dell'italiano L2 si rivela problematico
in almeno quattro elementi: l'uso dell'articolo (manca in SC), delle preposizioni, del
congiuntivo (manca in SC) e dei tempi passati dell'indicativo. Si tratta comunque di difficoltà
generali,'tristemente'note a chiunque insegni l'italiano come L2. Nell'indicare i suddetti
problemi di apprendimento dell'italiano L2 ovviamente non intendevamo riferirci ai problemi …
0. In base alle esperienze accumulate in diversi anni di insegnamento universitario, ci risulta che per i parlanti di serbocroato (SC) l’apprendimento dell’italiano L2 si rivela problematico in almeno quattro elementi: l’uso dell’articolo (manca in SC), delle preposizioni, del congiuntivo (manca in SC) e dei tempi passati dell’indicativo. Si tratta comunque di difficoltà generali,‘tristemente’note a chiunque insegni l’italiano come L2. Nell’indicare i suddetti problemi di apprendimento dell’italiano L2 ovviamente non intendevamo riferirci ai problemi iniziali di acquisizione della morfologia o delle regole sintattiche relative all’uso di questi elementi linguistici. Piuttosto, volevamo ribadire che le sopraindicate difficoltà permangono, entro limiti contenuti (ma pur sempre rilevabili e significativi), anche a livelli superiori di conoscenza dell’italiano. Lo scarto fra quanto si deve e si può imparare mediante un approccio scolastico e quanto invece resta di là dalle possibilità offerte da questo stesso approccio scolastico si può identificare con quello che viene a volte definito con il vago termine di “spirito della lingua”. Per poter accedere a livelli avanzati di conoscenza dell’italiano bisogna addentrarsi negli aspetti semantici e cognitivi impliciti nelle categorie dell’articolo, della preposizione, del congiuntivo e dei tempi verbali. Beninteso, questi aspetti non sono indispensabili per un uso anche discreto dell’italiano, ma essi comunque fanno la differenza fra un italiano corretto, ma tendenzialmente “goffo”, e un italiano invece vicino all’“eccellente”. A parte i tempi verbali dell’indicativo, già ampiamente trattati in altre sedi, gli altri tre elementi critici della lingua italiana non sembrano aver goduto della stessa attenzione. Ora, per quanto riguarda il sistema verbale dell’indicativo, è noto che certi usi dell’imperfetto italiano rappresentano una fonte di difficoltà anche per discenti avanzati di italiano L2, specialmente se nella propria L1 non possiedono questa forma verbale, oppure, se tale forma vi svolge delle funzioni differenti. Nella produzione linguistica avanzata in italiano L2 tali incertezze si manifestano tramite enunciati grammaticalmente “corretti”, però scarsamente accettabili sul piano stilistico o pragmatico. I due ambiti del verbo in cui questi problemi emergono con maggiore frequenza sono l’aspetto verbale e la temporalità. Dal momento che non sembra possibile parlare di aspettualità senza entrare nel dominio della temporalità (e viceversa), o anche della azionalità, non focalizzeremo l’attenzione sulla sistematizzazione di queste brevi riflessioni in paragrafi rigorosamente separati e dedicati a ciascuna delle categorie del verbo menzionate. Nel contempo, accette-
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