Durante l’Età del Bronzo in tutta la Pianura Padana si ravvisano i primi segni di uno sfruttamento intensivo del territorio, con la creazione di ampi spazi aperti attorno ai villaggi destinati alla coltivazione ed all’allevamento. Le indagini archeozoologiche condotte in tre siti compresi fra i fiumi Panaro e Samoggia, unite ai dati faunistici disponibili per le terramare emiliane, hanno evidenziato come l’economia di allevamento fosse generalmente caratterizzata da una elevata percentuale di ovicaprini, seguiti da suini e bovini in percentuali variabili. Le attività pastorali mostrano un’attenzione rivolta principalmente alla produzione di carne, come dimostrato dall’abbattimento di animali a tutti gli stadi di età, soprattutto ovicaprini e suini. ovicaprini e bovini venivano utilizzati anche per i loro prodotti secondari, come il latte o la pelle. Le specie selvatiche risultano, generalmente, poco rappresentate evidenziando lo scarso peso della caccia nell’economia di sussistenza.