Sono state motivazioni scientifiche di ordine antropologico quelle che mi hanno messo in rapporto con il Kazakhstan da una quindicina di anni, realizzando una collaborazione tra l'Università di Bologna e alcune istituzioni scientifiche del Kazakhstan¹. Questi contatti mi hanno dato la possibilità di conoscere le ricchezze umane, oltre che storiche e naturali, di quel Paese. Le vaste estensioni della steppa centroasiatica, le catene di montagne che la racchiudono a Nord, a Nord-Est ea Sud ne hanno fatto nel corso della storia un lungo corridoio verso l'Oriente, percorso nelle steppe meridionali in entrambe le direzioni in epoche diverse da popoli diversi. Gruppi europoidi prima e durante il periodo del Bronzo e nella prima età del Ferro si portano fino al Tien Shan attraverso le steppe meridionali; gruppi mongolici dopo il VI secolo aC e nei secoli seguenti si spostano verso occidente. E nell'attuale popolazione del Kazakhstan emergono tracce di questa etnogenesi complessa e ricca realizzatasi nell'incontro di popoli e culture diverse. Nelle dinamiche interne della popolazione il rapporto del popolo kazakho con il territorio ha conosciuto assetti socio-economici diversi, dall'agricoltura al nomadismo e al seminomadismo, ei rapporti sono stati segnati dalla domesticazione di animali (cammelli, caprovini, cavalli) che l'uomo ha associato nei suoi spostamenti. In questo contesto assume un particolare significato l'abitazione mobile tipica di questi popoli, la yurta, diventata simbolo della nazione. La preistoria e la storia di questi territori sono segnate da inevitabili mescolanze etniche che sono continuate per ragioni diverse in epoca recente e hanno fatto del Kazakhstan un Paese emblematicamente multietnico. In esso convivono pacificamente diverse etnie: circa il
1 Le ricerche svolte da antropologi bolognesi e kazakhi, di cui si riferisce anche in questo volume, riguardano l'adattamento umano alle alte quote ei riflessi biomedici del processo di modernizzazione sulla popolazione kazakha. Esse sono state condotte con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna e del Ministero dell'Università e Ricerca (FIRB).