Il Welfare State in Italia cambierà profondamente nel corso del XXI secolo. È un processo inevitabile. Il tasso di natalità in Italia è così basso che, nell’arco di qualche decennio, il numero in diminuzione dei lavoratori italiani non sarà in grado di sostenere il numero crescente di italiani troppo anziani per lavorare. Se poi l’Italia ha intenzione di finanziare il Welfare State con grandi quantità di immigrati, la cultura italiana cambierà in maniera considerevole, e una delle vittime sarà il consenso sociale che permette all’attuale stato assistenziale di funzionare.
La situazione italiana non è isolata. Tutti i sistemi di Welfare State avanzati dell’Occidente si trovano a dover fronteggiare problemi analoghi, e il cambiamento radicale è parimenti inevitabile per tutti. Ma quale direzione dovrebbe assumere tale cambiamento? Un’opzione è quella di modificare il sistema attuale con una combinazione di tagli ai benefit e di aumento delle tasse. Questo provocherebbe un malcontento generale, tanto tra coloro che hanno benefit bassi, quanto tra quelli che sono già sottoposti a un regime fiscale elevato. Inoltre l’Italia, come il resto dell’Unione Europea, ha il dovere di domandarsi in che modo un carico fiscale ancor più gravoso impatterebbe sulle motivazioni dei lavoratori dipendenti a lavorare e sulla ca-